Federica Brignone: «Voglio un mare più pulito della neve, ho nuotato avvolta nella plastica, temevo di soffocare». La campionessa di sci si impegna per salvare gli oceani e continua la sua sfida che riguarda il futuro di tutti noi con un progetto sociale di responsabilità ambientale dal nome “Traiettorie Liquide”.
Federica Brignone, ventottenne, 26 podi in coppa del mondo, punta di diamante insieme a Sofia Goggi dello sci italiano, parla del progetto «Traiettorie liquide» (sito ufficiale), dedicato all’inquinamento del mare che l’ha presa totalmente. Federica ama fortemente l’acqua, in tutte le sue forme: «Mare e montagna sono due ambienti naturali che permettono di fare ciò che amiamo, il tema della sostenibilità mi sta a cuore».
Da dove nasce l’idea di Traiettorie Liquide
L’idea è nata insieme al fotografo Giuseppe La Spada, uno degli artisti visuali più originali nel panorama internazionale, che da alcuni anni porta avanti un percorso di ricerca artistica sul tema dell’acqua. Nell’estate del 2017 è iniziata la prima fase del progetto: Federica si è immersa nelle acque siciliane di Lipari in tenuta da gara (con sci, casco, scarponi e bastoni) per raccontare il suo impegno ed il suo legame con il mare. Traiettorie Liquide ha l’altissima ambizione di ripulire gli oceani, dalla plastica e non solo. «Un progetto fantastico – dice Federica – così come l’aver partecipato lo scorso giugno, accanto ad altri sportivi, alla Run For The Oceans svoltasi al Parco Sempione di Milano, unica tappa italiana di un tour mondiale. È stata una bellissima esperienza poter correre insieme con migliaia di persone che condividevano con me questo messaggio contro l’inquinamento degli oceani […] sono stata felicissima di aver contribuito con i miei chilometri». Ma l’impegno di Federica Brignone è continuato, ancora immersa nell’acqua.
La seconda fase
Federica si è tuffata nuovamente in acqua per documentare, tramite immagini ancora più impattanti delle precedenti, sempre insieme al fotografo Giuseppe La Spada, come l’inquinamento dovuto alla presenza di plastica nei mari stia mettendo in serio pericolo la vita di flora e fauna marina oltre ovviamente a quella di tutti noi. Gli scatti hanno l’obiettivo di trasmettere il grande senso di claustrofobia e soffocamento provato da Federica che si è immedesimata negli abitanti del mare. «Ho nuotato avvolta nella plastica, temevo di soffocare, ma questo fa capire quanto sia grave l’inquinamento del mare. Da sportiva, operando sulla neve, sento molto forte la connessione con questo elemento e con l’acqua. La neve è acqua allo stato solido. Sin da piccola ho avuto un legame forte col mare per le belle vacanze estive». Ma ora questo amore Federica lo ha sviluppato in qualcosa di più concreto. «Le condizioni del mare stanno cambiando negli ultimi decenni, questa è l’era delle conseguenze e non si tratta solo di avere un mare più pulito, ma di un ecosistema in equilibrio. Penso sicuramente al problema della plastica molto sentito in questo momento proprio per gli effetti, non solo delle macro, ma soprattutto delle micro e nanoplastiche, fonte di grandi preoccupazioni per gli abitanti del mare che si cibano anche di plastiche, le quali peraltro tornano direttamente al mittente, cioè a noi, che ci alimentiamo anche di pesce».
L’importanza del progetto
La sportiva olimpionica non poteva non utilizzare la sua notorietà per informare e divulgare su questo importante argomento; con il progetto “Traiettorie liquide” si batte costantemente per far conoscere queste tematiche. Tra i vari temi anche quello del riscaldamento delle acque: non molti sanno che l’aumento della temperatura del pianeta dalla rivoluzione industriale a oggi è stato assorbito proprio dal mare. L’effetto collaterale di questa riduzione di CO2 nell’aria è l’acidificazione degli oceani. Questo comporta una diminuzione enorme della quantità di pescato, oltre al degrado dell’ambiente marino con conseguenze sugli ecosistemi, dallo sbilanciamento dei coralli alle perdite di alghe, fino alla riduzione dei livelli di ossigeno. Federica Brignone conclude: «Sento in prima persona l’esigenza di comprendere e condividere con le nuove generazioni le informazioni su quello che sta accadendo in questo pianeta. Molti di noi si troveranno a gestire queste problematiche che stiamo ereditando da chi ha vissuto prima di noi».