EFFICIENTARE ANCORA IL SETTORE INDUSTRIALE NONOSTANTE IL LAVORO GIÀ FATTO IN PASSATO È POSSIBILE E NECESSARIO
Diagnosi energetica per le grandi industrie e interventi di efficientamento energetico. Questa la mission di Avvenia che dal 2018 fa parte del Gruppo Terna, ESCo certificata UNI CEI 11352che ha conseguito 1,7 milioni di Tee negli ultimi anni. Abbiamo intervistato Francesco Campaniello, Direttore Generale di Avvenia.
Qual è il vostro approccio e qual è la vostra strategia operativa? «Razionalizzare i consumi energetici delle imprese, aumentandone la produttività e diminuendo i costi della metà: questo è l’obiettivo di Avvenia, grazie a una strategia ‘win-win’ e la possibilità di finanziamento degli interventi. Sostenibilità e competitività sono aspetti che riteniamo fondamentali per i settori produttivi in cui operiamo, particolarmente gravati da costi energetici. Le imprese energivore ci hanno messo di fronte a diverse sfide e i nostri progetti innovativi gli hanno consentito di ottenere un risparmio medio del 40%, con importanti benefici economici e ambientali».
Quello dell’efficienza energetica è un settore chiave del processo di transizione energetica in atto: qual è lo stato dell’arte in Italia, soprattutto per il comparto industriale? «Gli investimenti in efficienza energetica raggiungono attualmente i 7 miliardi di euro, un dato in costante crescita grazie anche al mutato approccio delle aziende: oltre un terzo, ovvero 2,3 miliardi di euro, è riferito proprio al comparto industriale. Il cambiamento più significativo riguarda la sempre maggiore integrazione tra tecnologia dell’efficienza e tecnologia digitale, che consente un approccio globale alla gestione del sito industriale. Questo è un primo rilevante effetto del Piano Industria 4.0, che ha consentito di puntare molto sull’aspetto energetico facendo leva sull’innovazione digitale e su IoT. I prossimi passi saranno quelli di un settore sempre più smart, proiettato all’intelligenza artificiale, che sappia fare ricerca e sviluppo portando il know-how acquisito del manifatturiero in altri settori strategici. Avvenia l’ha già fatto per i Beni Culturali, contribuendo a progettare il primo museo ad assetto energetico variabile in Italia».
Che ruolo ha giocato Avvenia in questo panorama? «In un settore dove le aziende tendono a progetti di efficientamento self-made, la ESCo è un partner a tutto tondo per un’industria green e competitiva. Aumentare la produzione, ottimizzando le performance qualitative e ambientali e riducendo le emissioni di CO2 significa intervenire sui processi in maniera innovativa. Un esempio è il progetto, unico in Italia, che abbiamo eseguito nel polo di produzione dell’acciaio inox di Terni: grazie al nostro intervento oggi Ast produce vapore per le sue attività industriali evitando di immettere in atmosfera 30 mila tonnellate di anidride carbonica, che corrispondono ai consumi di 15 mila famiglie. Complessivamente, grazie alle soluzioni progettate da Avvenia nel corso del 2018 sono state risparmiate 690 mila tonnellate di CO2».
Quale può essere il valore aggiunto delle ESCo nel mercato dell’efficientamento? «Le Energy Service Company devono essere portatrici d’innovazione. Oggi le ESCo sono vitali e sempre più mature, come si evince dall’analisi dell’Energy Efficiency Report presentato dal Politecnico di Milano a giugno. Attualmente sono 369 con un numero di dipendenti complessivo pari a circa 11 mila unità. Le principali ESCo investono molto e in futuro avranno ancor più spazi anche in virtù di un miglioramento del quadro legislativo legato agli incentivi e, me lo auguro per tutto il settore, anche per una maggiore sensibilità da parte delle Pmi».
Clutech, Ufficio Stampa di Avvenia
ROMA, 1 Luglio 2019