Un sistema di DeepMind (Google) studia il comportamento del vento e prevede quanta energia eolica saranno in grado di produrre pale e turbine
L’energia eolica prodotta grazie alle turbine continua a crescere e nel 2018 ha raggiunto i 600 gigawatt a livello globale. Tuttavia, il vento rappresenta ancora un’incognita imprevedibile, che rende difficile pianificare l’erogazione di energia elettrica, riducendone quindi l’efficienza. Una novità presentata da DeepMind, il laboratorio londinese di ricerca sull’intelligenza artificiale di proprietà del gruppo Alphabet, dunque Google, promette però di aumentare notevolmente il rendimento dell’energia eolica. È Google a sperimentare l’utilizzo di reti neurali per migliorare le prestazioni delle energie rinnovabili applicando l’intelligenza artificiale all’energia eolica. Il colosso di Mountain View (che ha già raggiunto l’obiettivo di alimentare le sue attività con il 100% di elettricità pulita) in un recente post sul suo blog ha comunicato i primi risultati emersi dai test iniziati lo scorso anno su 700 MW di parchi eolici negli Stati Uniti. Impianti su cui Google sta facendo “girare” gli algoritmi di machine learning (apprendimento automatico) sviluppati proprio dal laboratorio DeepMind.
Alla base di questo sistema ci sono degli algoritmi di machine learning in grado di prevedere il comportamento del vento nei parchi eolici. Questi algoritmi sono stati addestrati sfruttando le previsioni del tempo dell’area interessata e i dati storici relativi al comportamento delle turbine. Sfruttando queste informazioni, il sistema di intelligenza artificiale è in grado di prevedere il comportamento del vento (e quindi la quantità di energia eolica che verrà prodotta) consentono di predire l’output elettrico effettivo di un dato parco eolico con circa 36 ore d’anticipo.
In pratica, i gestori di un impianto sono in grado di sapere quanta energia potrà essere immessa in rete il giorno seguente, quindi si può pianificare con maggiore precisione il contributo della fonte eolica su base oraria-giornaliera, in modo da aumentare la stabilità e sicurezza delle forniture permettendo al sistema di predire quotidianamente i momenti migliori per erogare energia alla rete elettrica. Risultato? Il rendimento dell’energia nei parchi eolici del midwest statunitense (dove è stata fatta la sperimentazione e che forniscono elettricità anche a Google) è aumentato del 20%. “Non possiamo eliminare l’imprevedibilità del vento, ma i nostri risultati preliminari indicano che il machine learning può essere utilizzato per rendere l’energia eolica più prevedibile e quindi valorizzabile”, hanno spiegato i ricercatori a capo del progetto.
Per il momento, sarà Google ad avvantaggiarsi di questa soluzione a base di intelligenza artificiale. Nel futuro potrebbe però diventare un nuovo prodotto destinato ai parchi eolici di tutto il mondo, dando nuovo impulso ai progressi in materia di energie rinnovabili.
Inoltre, gli investimenti nelle energie rinnovabili per queste tipologie di impianti, di fatto si trasformano in finanziamenti di progetti relativi a tali energie in modo da favorire la crescita dell’intero settore e delle comunità che in primis ne usufruiscono. In particolare, solo Google ha investito oltre un milione di dollari in progetti per la costruzione di centrali eoliche di grandi dimensioni e la posa di pannelli solari. Tali strutture possono produrre oltre 2 GW, una quantità di elettricità che può fornire energia a più di 500.000 case.