Diagnosi e certificati bianchi, leva fondamentale per la sostenibilità ambientale ed economica
Tutti i numeri e gli investimenti nel nuovo rapporto annuale dell’Enea
Dati che fanno ben sperare in tema di sostenibilità ambientale ed economica: parliamo di quelli diffusi nell’ultimo Rapporto annuale sull’efficienza energetica curato da Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Nel dettaglio, si ritaglia un ruolo di primo piano anche l’efficientamento energetico in ambito industriale, attraverso diagnosi energetica e certificati bianchi, consentendo al comparto di fare passi avanti rispetto ai parametri fissati dal piano strategico nazionale. La transizione trova certamente un alleato negli incentivi – in particolare l’ecobonus – che, negli ultimi anni, hanno portato a ben 42 miliardi di euro la cifra per gli investimenti di riqualificazione energetica, di cui 3,5 miliardi solo nel 2019.
Nell’anno appena trascorso hanno registrano, dunque, risultati positivi anche altre tipologie di incentivo
Il conto termico, destinato principalmente a iniziative per l’efficienza e per le rinnovabili nella PA, ha registrato un balzo in avanti del 68% rispetto al periodo 2013-2018 con 114 mila richieste totali e un incremento del 29% rispetto al 2018 delle incentivazioni ottenute con un totale pari a 433 milioni di euro; i certificati bianchi, volti ad incentivare l’efficienza nelle imprese, hanno consentito di risparmiare oltre 3,1 Mtep/anno dal 2011.
Al 2019 l’obiettivo di risparmio energetico, indicato dal Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica e dalla Strategia Energetica Nazionale, è stato centrato al 77,2%: a livello settoriale, il residenziale ha già superato il target indicato, l’industria è ben oltre la metà del percorso (61,9%), i trasporti hanno superato la metà dell’obiettivo (50,4%), mentre il terziario, PA compresa, è a meno di un terzo dal target (29,4%). Tra gli strumenti che hanno consentito il raggiungimento di questi risultati figurano anche le diagnosi energetiche, fondamentali per ottimizzare gli interventi di efficienza energetica nelle imprese. A dicembre 2019 sono state presentate circa 11.200 diagnosi: se fossero realizzati gli interventi individuati, si otterrebbe un risparmio totale di 3,7 Mtep/anno, ripartiti soprattutto in minori consumi elettrici (29%), termici (7%) e di carburante (30%).
In futuro, si legge nel rapporto Enea, “La mobilitazione dell’industria sarà fondamentale sia per il raggiungimento degli obiettivi per un’economia circolare che per un’economia a impatto zero sul clima. In particolare, le industrie ad alta intensità energetica (come acciaio, cemento e chimica) dovranno avviare un importante percorso di decarbonizzazione e modernizzazione in quanto il loro ruolo nelle diverse catene del valore è fondamentale per l’Europa. Questo percorso riguarderà non solamente l’uso di energia pulita ma anche la capacità di ridurre il consumo di materiali, di offrire prodotti riutilizzabili, durevoli, riparabili, con l’obiettivo di ridurre la pressione sull’ambiente sia in termini di consumo di risorse naturali che di produzione di rifiuti”.