Le sfide post pandemia disegnate dal Financial Times. Si può già migliorare del 20%
Un recente articolo del prestigioso Financial Times, nel suo ’Special Report Energy Efficiency’ fa il punto sull’efficienza energetica a partire dall’analisi dell’attuale situazione, con la Pandemia ad influenzare le dinamiche globali. “I prezzi dell’energia sono diminuiti – rileva il FT – eliminando un forte incentivo a utilizzarne di meno. Ancora più importante è la riduzione degli investimenti (stimati a -18%) imposti sia agli individui sia alle imprese per via della diminuzione del reddito e dei profitti”.
Per il momento, rileva la testata economica, l’unico motore rimanente dell’efficienza energetica è la regolamentazione, uno strumento che dipende strettamente dall’attenzione e dalle priorità dei singoli governi. “Nonostante la perdita di slancio sull’efficienza – si legge ancora – il potenziale di risparmio rimane enorme e utilizzare meno sarebbe il modo più semplice ed efficace per ridurre le emissioni. Secondo l’autorevole studio prodotto dal Laurence Livermore National Laboratory, più del 65% dell’energia prodotta negli Stati Uniti viene sprecata. In alcuni settori le perdite percentuali sono ancora maggiori. Meno del 30% dell’energia, ad esempio, utilizzata in una normale automobile a benzina serve effettivamente per spostare il veicolo lungo la strada. La dispersione di energia, le apparecchiature inefficienti e la tentazione di mantenere i computer e dispositivi simili in standby contribuiscono tutti al problema”.
E ancora: “All’università di Cambridge, il team Green Challenge ha prodotto un documento dettagliato che fornisce i fatti su come l’energia può essere utilizzata in modo più efficiente in un istituto scolastico che consuma circa 135 GW di elettricità ogni anno. Da questo e da molti altri studi è chiaro che, utilizzando solo la tecnologia esistente, il consumo potrebbe essere ridotto di almeno il 20% senza difficoltà. Lo stesso vale in tutto il mondo. Le centrali elettriche a carbone, che forniscono la maggior parte dell’elettricità utilizzata in Cina e India, non sono più efficienti del 35%. Con l’80% del fabbisogno energetico globale complessivo ancora soddisfatto dalle scorte di combustibili fossili, una richiesta di consumo del 20% ridurrebbe le emissioni di gas serra di oltre cinque gigatonnellate. Per ritrovare lo slancio dell’efficienza, dunque, sarà necessaria una regolamentazione mirata, che stabilisca standard che i fornitori di energia e i consumatori dovranno raggiungere entro un periodo di tempo limitato. I regolamenti potrebbero essere concentrati sulle aree in cui i potenziali guadagni sono maggiori, come camion e veicoli per il trasporto merci, server informatici e impianti industriali”.
In questo panorama, però, non mancano le note positive: “Fornire efficienza energetica – scrive il FT – è un’attività ad alta intensità di lavoro. La modifica dei sistemi di alimentazione esistenti, l’aggiornamento delle apparecchiature e l’adeguamento degli edifici richiedono competenze tecniche distribuite in ogni singola economia. Una volta sconfitto o contenuto il coronavirus, la priorità della politica pubblica sarà ripristinare la salute economica e incoraggiare la creazione di nuovi posti di lavoro. L’efficienza energetica, proprio per i suoi molteplici vantaggi, sarebbe un ottimo punto di partenza”.