Oggi parliamo di noi: sulla rivista della Gestione Energia – La rivista FIRE dedicata all’Energy Management
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Il mercato dell’efficienza energetica italiano è un settore che in questi ultimi anni sta facendo registrare una importante crescita. La consulenza altamente specializzata delle ESCo, rappresenta ormai un elemento imprescindibile per la tutela dell’ambiente e per la competitività delle grandi realtà industriali le quali, in virtù di obblighi di legge ma anche per una sempre più diffusa cultura della sostenibilità, con maggiore frequenza investono nell’efficientamento. Il quadro di espansione sopra descritto trova conforto nella vasta mole di dati prodotta dal monitoraggio effettuato dalle università, da soggetti privati ed autorità preposte allo studio del comparto energetico nel suo complesso. Senza dimenticare che le buone pratiche di efficienza non riguardano solo grossi impianti energivori, ma investono ogni cittadino che, responsabilmente, si impegna per ridurre gli sprechi nella propria abitazione attraverso l’uso di elettrodomestici innovativi, o sceglie mezzi di trasporto elettrici o a basse emissioni inquinanti. È la stessa Unione Europea a dirci, dati alla mano, che la progettazione sostenibile rappresenta una leva economica concreta: con l’eco-design si calcolano circa 55 miliardi di euro di entrate supplementari l’anno per industria, commercio all’ingrosso e al dettaglio entro il 2020. Si stima, inoltre, che con un attento e consapevole utilizzo di elettrodomestici e in generale di prodotti a basso impatto entro il 2020 i consumatori dell’Unione Europea risparmieranno complessivamente fino a 112 miliardi di euro.
La fase di transizione energetica è ormai in atto, e lo dimostra a livello globale l’Energy Transition Outlook di Dnv Gl, che ha diffuso alcune stime di cui tener conto. L’azienda statunitense calcola che a partire dal 2035 la spesa mondiale in energia in rapporto al volume dell’economia diminuirà fortemente: il cambiamento nella domanda energetica è in gran parte da ascrivere alla rapida elettrificazione e di conseguenza alla maggiore efficienza. La decarbonizzazione si rifletterà nelle tendenze d’investimento, che entro il 2050 vedranno triplicare le somme impegnate in fonti di energia rinnovabili. Nel complesso, l’incidenza della spesa energetica sul PIL scenderà così rapidamente che entro la metà del secolo il mondo spenderà il 44% in meno rispetto a oggi. Lo scenario apre a sfide impensabili sino a pochi anni fa e questa nuova ‘rivoluzione industriale’ prende piede anche in Italia consegnandoci dati molto incoraggianti.
Il mercato delle ESCo in Italia
Come segnalato dal Politecnico di Milano nell’annuale Energy Efficiency Report, assistiamo ad un vero e proprio boom delle ESCo. Nel corso del 2017 le Energy Service Company certificate sono aumentate di circa il 30% rispetto al 2016, con un conseguente impiego di dipendenti che raggiunge il 34% in più rispetto al dato registrato nel 2016. Parliamo ormai di 347 aziende, aumentate di 75 unità nel solo 2017. Rispetto al 2016, nel 2017 i ricavi complessivi delle ESCo sono cresciuti di oltre il 10%. Il 2017, inoltre, ha fatto registrare investimenti pari a 6,7 miliardi di euro con una crescita del 10% rispetto al 2016. I segmenti più sensibili all’efficientamento energetico si confermano quello del residenziale/uffici e terziario privato insieme alle industrie. Nel segmento “Home and Building” si registra il 65% degli investimenti, segue l’industria con il 33%, pari 2,2 miliardi di euro, mentre la Pubblica amministrazione pesa solo il 2%. L’ambito industriale segna la crescita maggiore rispetto all’anno precedente, con un +12%. Interessanti anche i dati desunti dal Settimo rapporto annuale sull’Efficienza Energetica dell’Enea: dei 5,8 milioni di titoli di efficienza energetica emessi in Italia, quelli rilasciati in ambito industriale ammontano a 3,6 milioni, ovvero quasi due terzi del totale. Il ricorso crescente ad interventi di efficientamento nel mondo produttivo è riscontrabile ulteriormente nel dato sui consumi finali di energia. Se è vero che nel 2017 si utilizza più energia nell’industria (+1,5%) rispetto all’anno precedente, si rileva però una minore incidenza dei comparti energivori, come metallurgico e chimico-farmaceutico, che da soli rappresentano il 60% dei consumi finali dell’Industria. È proprio in questi settori che l’aumento di interventi di efficientamento viene confermato anche da Avvenia attraverso un incremento di servizi resi a favore di importanti soggetti industriali del Paese. Un’ulteriore spinta al mercato arriverà nel medio periodo grazie alla diagnosi energetica obbligatoria, i cui termini scadranno il 19 dicembre 2019. L’obiettivo dell’audit è capire in che modo l’energia viene utilizzata, quali le cause degli eventuali sprechi e quali interventi possono essere suggeriti alle aziende, in particolare quelle che occupano più di 250 addetti e un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, oppure un bilancio annuo superiore ai 43 milioni di euro. Considerando la prospettiva di un’azienda, il monitoraggio energetico non deve essere visto unicamente come obbligo, in realtà ci sono innumerevoli vantaggi, sia ambientali, sia meramente economici. Tutti i soggetti obbligati alla diagnosi dovranno implementare un sistema di monitoraggio energetico: a partire dalla diagnosi successiva, dovranno infatti essere installati degli strumenti di misura dedicati alla rendicontazione dei consumi energetici dei reparti e servizi aziendali.
Il mercato del lavoro
Il mercato dell’efficientamento ha un impatto positivo anche sulla filiera, mentre in termini di specializzazione professionale, il numero delle professioni energetiche e, nello specifico degli energy manager, sta conoscendo una crescente fortuna. Analizzando gli ultimi dati Istat sul fabbisogno professionale, si evince che nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza in Italia oggi ci sono circa 6 mila occupati, con una netta prevalenza di uomini (94%), sotto i 40 anni di età per la maggior parte (53%) e lavoratori dipendenti nel 70% dei casi. Un ambito lavorativo in cui i giovani professionisti hanno molte carte da giocarsi soprattutto nell’ottica della green economy, inquadrandosi nell’ormai assodato cambio di paradigma che vede come obiettivo non tanto il mero risparmio della risorsa energetica, bensì la sua efficiente gestione. Le competenze individuate sino al 2030 faranno sì che il tecnico dell’efficienza energetica sia in grado di occuparsi di processi di efficientamento energetico in ambito industriale, presso enti pubblici e nell’edilizia civile. Centrale sarà dunque il suo ruolo nell’edilizia sostenibile, mentre sul piano della preparazione pratica dovrà conoscere la specifica materia di diagnosi energetica. Interessanti, ad esempio, i possibili sviluppi dell’ingegnere energico, il cui ruolo sarà sempre più importante nelle aziende che gestiscono impianti di smaltimento o trattamento dei rifiuti in cui sono presenti processi di recupero energetico. Nell’ambito delle professioni energetiche si sta ritagliando uno spazio sempre più considerevole anche quella dell’energy manager, che acquisirà sempre più rilevanza a livello mondiale. Gli ultimi dati FIRE, ci dicono che nel 2017 sono 2.315 quelli nominati – 1.564 da soggetti obbligati e 751 dai non obbligati – con una crescita del 6% in 4 anni per i soggetti obbligati e dell’11% in 15 anni, includendo anche le nomine di soggetti non obbligati. Ci troviamo ormai nel pieno della rivoluzione energetica, ma occorre ricordare che non deve essere solo la logica del profitto a guidare le azioni dei player economici e dei cittadini-consumatori. In gioco ci sono il futuro dell’ambiente, della salute umana e dell’intero ecosistema cui l’uomo appartiene.
Articolo: Francesco Campaniello, General Manager & Chief Operating Officer presso Avvenia – Gruppo Terna | Michele Marangon, Giornalista
Clutech, Ufficio Stampa Avvenia
ROMA, 18 Ottobre 2018