Dal 2008 produzione in crescita del 22%, giù i consumi della metà e riduzione delle emissioni pari al 70%
L’industria italiana non arresta il suo cammino verso la transizione energetica: molti i settori impegnati in processi di efficientamento che si traducono in un vantaggio competitivo innegabile, aumentando la performance produttive e con grandi benefici per l’ambiente. Tra i settori più attenti del Paese emerge il farmaceutico: il comparto è sempre più green conferendo un valore aggiunto per un asset decisivo dell’industria in Italia. Il taglio delle emissioni di gas registrato nell’ultimo decennio è stato di oltre il 70%.
Questi i dati emersi dall’assemblea pubblica di Farmindustria celebrata recentemente a Roma: tra il 2008 e il 2018 l’industria farmaceutica ha incrementato la produzione del 22% (rispetto a una riduzione del 14% della media manifatturiera), determinato dalla crescita delle esportazioni, che nel 2018 hanno sfiorato quota 26 miliardi rispetto a una produzione totale di 32. Un export cresciuto di più della media Ue (+117% rispetto a +81%).
Risultati che vanno insieme all’impegno ambientale: il settore in un decennio è riuscito ad abbattere i consumi energetici di oltre il 50% e le emissioni dei gas nocivi per il clima (anidride carbonica, biossido di azoto, metano) del 74%. Inoltre, oltre il 50% dei rifiuti prodotti è destinato al riciclo.
Che il settore rappresenti il fiore all’occhiello nel panorama italiano è un fatto ormai consolidato: lo conferma anche l’Energy efficiency report del Politecnico di Milano pubblicato nel giugno 2019. Dalle informazioni fornite direttamente dalle ESCo, è il settore chimico-farmaceutico l’ambito industriale in cui viene effettuata la maggior parte degli interventi di efficientamento (64% delle società di consulenza energetica intervistate), seguito dall’alimentare (43%). Fanalini di coda i settori gomma e plastica (29%) e automotive (21%).