Dal 2014 emissioni ridotte del 65%
Buone notizie in tema di sostenibilità ambientale arrivano dalla Cina, uno dei paesi cui maggiormente si addebita il contributo all’inquinamento atmosferico globale dovuto alla produzione di energia. La Cina, si legge in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista ‘Nature’ si prepara a raggiungere l’obiettivo di una riduzione del 60% delle emissioni inquinanti complessivamente generate dalle sue centrali elettriche entro il 2020: il percorso avviato negli scorsi anni si sta rivelando vincente, poiché i livelli di emissione di anidride solforosa sono diminuiti del 65% tra il 2014 ed il 2017. Si tratta di una notizia incoraggiante per la Cina e per gli altri paesi che desiderano ridurre le proprie emissioni, dimostrando che il carbone può essere usato in modo molto più pulito per generare elettricità.
L’obiettivo per il 2020 venne fissato appena cinque anni fa, con l’introduzione di misure per rinnovare e potenziare le centrali elettriche a carbone esistenti. Sulla base dell’analisi del team di ricercatori, emerge come la Cina abbia più che dimezzato le emissioni di anidride solforosa, ossido di azoto e particolato delle centrali elettriche. Tre inquinanti che contribuiscono alla formazione di smog e che poi comporta problemi di salute. La ricerca ha coinvolto le emissioni delle centrali termoelettriche che bruciano carbone, petrolio, gas naturale o biomassa per produrre energia, con particolare attenzione alle centrali elettriche a carbone, in quanto contribuiscono in modo determinante all’inquinamento atmosferico.
“Le centrali termoelettriche che bruciano carbone, petrolio, gas naturale e biomassa sono uno dei principali fattori che contribuiscono all’inquinamento atmosferico globale” si legge nello studio. “Dato che il carbone è il combustibile più utilizzato in Cina, ridurre il numero di centrali termoelettriche in breve tempo sarebbe una sfida”. Lo studio è stato condotto da ricercatori Ucl e dell’Università di Cambridge nel Regno Unito, in collaborazione con cinque università in Cina, ed è stato supportato dall’Accademia Cinese delle Scienze e dal Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente. I risultati hanno dimostrato la fattibilità tecnica ed economica del controllo delle emissioni delle centrali elettriche.